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“ J. F. Kennedy “
Monselice (PD)

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Oriana FALLACI,

Lettera a un bambino mai nato,

Rizzoli, 1997

Scritto nel 1975 in seguito alla perdita di un figlio, Lettera ad un bambino mai nato è un libro di non più di cento pagine, in cui Oriana Fallaci riesce a concentrare la fatica di una donna di fronte ad una maternità inaspettata. Il monologo si svolge attraverso il dialogo di una donna sola che vive nel nostro tempo di cui non si conosce né il nome e né l’età con il bambino che porta in grembo. La storia inizia nel momento in cui la donna avverte d’essere incinta e inizia così, tra le paure e le gioie, a porsi innumerevoli domande: basta volere un figlio per costringerlo alla vita? Piacerà nascere a lui? Domande esistenziali che vedono la maternità non come a un dovere ma come a una scelta personale e responsabile. Ed è così, nel tentativo di avere risposte alle sue assillanti domande, che si scontra con la propria mente e specialmente con il proprio cuore, che la obbliga da subito ad una scelta: accettare il figlio e impegnarsi a crescere con lui. Ma, fin da subito la donna gli parla spiegandogli com’è la realtà al di fuori di ”quell’uovo dentro il quale galleggia”, realtà dove la sopravvivenza è violenza, la libertà è un sogno, la giustizia un imbroglio, il domani uno ieri e l’amore una parola dal significato non chiaro. E si pone ancora domande: è giusto sacrificare una vita già fatta a una vita che ancora non è? E il monologo diventa così una confessione alla propria coscienza mentre il dramma matura grazie anche agli altri personaggi, testimoni di quello strano rapporto tra madre e figlio basato su amore e odio e portato all’esasperazione dalla madre che accetta la maternità ma dalla quale si sente derubata. Giunti a questo punto, tra qualche lacrima, è la donna che prende in mano la situazione e lancia l’ultima sfida a suo figlio: a lei il diritto di vivere senza essere condizionata da lui e a lui il diritto di esistere o no. E alla fine il bambino accetta la sfida della madre e sceglie, ma non solo per se stesso, ora che ha capito attraverso i racconti della donna che lo porta in grembo quanto sia faticosa la vita decide di non nascere e nella sua morte coinvolge la madre colpevole di averlo messo in guardia. La donna viene processata sempre sotto gli occhi degli altri sette protagonisti e alla fine il colpo di scena e il verdetto con cui si conferma che è sempre la donna a pagare..

 

                                                                                                  Giulia Brunello

 

ISIS J.F.Kennedy Monselice                                                                                                                                                             © raccisa 2006